Il grès è una famiglia di impasti argillosi che può essere cotta tra i 1150° e i 1280° C. Poiché mancano depositi argillosi di questo tipo in Italia, il grès non appartiene alla tradizione ceramica italiana, contraddistinta dalle terrecotte che cuociono a bassa temperatura (980°), come la maiolica.
Portato ad alte temperature il grès vetrifica, trasformandosi in un corpo compatto e non poroso, particolarmente indicato per oggetti d’uso perché resistente anche ai lavaggi in lavastoviglie e non incline a sbeccarsi. Grazie all’alta temperatura che permette di ricorrere a fondenti non piombici, come il carbonato di calcio, è possibile inoltre utilizzare smalti atossici, adatti per l’uso alimentare.
Sono diverse le tonalità possibili del grès, dovute alla presenza dell’ossido di ferro. Tutt’uno con l’aspetto che ricorda la superficie e la consistenza della roccia da cui l’argilla proviene grazie all’azione corrosiva dell’acqua e degli agenti atmosferici nel corso di milioni di anni, regalano una ceramica unica, che invita non solo l’occhio ma anche il tatto.