Porcellana
Nella lavorazione a mano mi muove la percezione della porcellana come pelle: pelle di luna sottile, senza corpo, che solo l’aria anima. Un velo che prende vita con un soffio e gioca con la luce nella trasparenza di una trama. Le forme in cui l’aria si incava, così come le impressioni più delicate che riceve, la porcellana le trattiene e le eterna. Ed è questa capacità di cantare il fremito vitale dell’istante ciò che della porcellana mi avvince e mi tiene in un dialogo sempre vivo.
Fiori danzanti sono funamboli in equilibrio sopra un filo, creature aeree pronte a spiccare il volo. Forse mi guidava il ricordo delle gonne candide e gonfie dei dervisci, o la splendida arrendevolezza di una corolla di fiore spalancata alla luce del mattino.
Porcellana traslucida, cottura 1280° C
Prima immagine: “Memoria” Porcellana traslucida, ossidi.
Seconda immagine: “La figura della memoria” Porcellana traslucida, ossidi, smalti.
Tentativo di fissare in figura la memoria e la sua possibile azione trasfiguratrice. Se accade com-prensione, la memoria può fare un tutto di ciò che è stato, accogliendo quello che è rimasto in sospensione, cristallizzato, con il potere di una forma che accoglie e conserva, assorbe e lenisce.