Cari bambini
Cari bambini, fare scultura è un gioco difficile. Molto diverso dal fare un vaso. Qui c’è una posta in gioco che si chiama espressione. È una bella sfida e voi ve ne siete subito accorti e avete avuto paura. Sentiamo che il lavoro è fuori controllo, iniziamo a essere critici e a fissarci sui dettagli. A volte c’è repulsione o addirittura disperazione.
Mentre è all’intero che bisogna guardare, come se la figura o il cane li vedessimo da lontano. I particolari vengono dopo, molto dopo. Questo perché è molto più importante che il nostro sentire fluisca libero come un cavallo al galoppo, senza inciampare continuamente nel giudizio che frena o misurando quel che è su quel che dovrebbe essere.
Ora ce l’avete qui davanti agli occhi quello che avete fatto e sono sicura della vostra sorpresa.
Il bello della scultura sta nel tirare fuori l’espressione attraverso le difficoltà che via via sorgono, ma soprattutto nel poter guardare a quel che è uscito dalle nostre mani come a qualcosa che ci sembra di vedere per la prima volta.